Il barbiere e l’asso di coppe: Fontana di Trevi

Su Fontana di Trevi non c’è molto da dire. O meglio, ci sarebbe tantissimo, ma lo conoscono più o meno tutti. Ma la storia del grande vaso di travertino (che i romani chiamano l’asso di coppe, per la sua evidente somiglianza con la carta da gioco), palesemente fuori posto nel contesto architettonico, la conoscono in pochi.

Tra tram e ferrovie: la basilica di Porta Maggiore

Il posto non è proprio di quelli che evocano la silenziosa sacralità di un luogo di culto avvolto nel mistero: il perenne ingorgo stradale di Porta Maggiore (anche questo, a modo suo, una delle meraviglie di Roma), con le sue auto, i suoi tram ed i suoi treni, è quanto di meno mistico si possa immaginare. Ma è proprio al di sotto del cavalcavia ferroviario che si trova uno degli edifici più sconosciuti e straordinari della Roma Imperiale.

… la sventurata rispose: Fulvia Ciancaleoni.

Via de’ Ciancaleoni è una stradina stretta, in salita (o in discesa, nella vita è tutta questione di punti di vista) e dall’andamento lievemente incerto e sbilenco che hanno tante vie del rione Monti, strette tra palazzi e botteghe. Al civico n. 45 è ancora visibile un antico stemma araldico, ormai logorato dal tempo, raffigurante un leone rampante: apparteneva alla famiglia Ciancaleoni, da cui la via prende il nome. E proprio una Ciancaleoni, Fulvia, è la protagonista di questa storia ambientata nella Roma del 1767, che ricorda per alcuni versi quella della monaca di Monza.

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