Regali di Natale

Regali di Natale: come fu che i romani li inventarono

22/12/2021
Blog SaintsTour

Regali di Natale, tempo di feste: che siate tra coloro che pianificano attentamente gli acquisti con mesi di anticipo o tra quelli che si riducono all’ultimo giorno, lo sapevate che l’usanza di scambiarsi doni natalizi affonda le sue radici addirittura nella Roma Imperiale? La responsabile – o la colpevole, dipende dai punti di vista… – della forsennata corsa alle compere, nei giorni che precedono il Natale è una divinità minore, la dea Strenia o Strenua, che simboleggiava il nuovo anno, con gli auspici di prosperità e fortuna ad esso connessi.

Durante le festività dei Saturnalia, celebrati dal 17 al 23 dicembre, era uso tra la popolazione scambiarsi piccoli doni di natura alimentare, le cosiddette sportule, che contenevano fichi, olive e frutta secca. Il termine “strenna” deriva proprio da questi ghiotti regali, volti ad onorare e a ingraziarsi la nostra Strenia, affinché garantisse un anno di abbondanza e ricchezza.

Regali di Natale: dal Medioevo, ai nostri giorni

Durante il Medioevo i doni assunsero un carattere assai più coercitivo: in occasione del Natale, infatti, i servi della gleba – cioè i contadini che lavoravano le proprietà agricole dei feudatari e che rientravano nelle “proprietà” di questi ultimi, al pari delle greggi e delle mandrie – erano tenuti a versare al proprio padrone una tassa che consisteva in pane, uova e polli. I lavoratori liberi, come mandriani, porcari e pastori ricevevano in dono dal signore legna da ardere e abiti, destinati a rimpinguare un guardaroba modestissimo.

Sempre nel Medioevo e sotto l’influenza pressante della religione cristiana, lo scambio “volontario” dei doni si spostò dal 25 dicembre all’Epifania, in memoria dell’oro, dell’incenso e della mirra con cui i Re Magi omaggiarono Gesù Bambino. Fu solo nel corso dell’Ottocento, però, che la consuetudine dei regali natalizi iniziò ad assumere i connotati che conserva ancora oggi. Questi consistevano ancora prevalentemente in generi alimentari, anche perché durante il resto dell’anno, la dieta media era tutto fuorché ricca: uvetta, frutta secca, mandarini, datteri erano le leccornìe che allietavano grandi e piccini.

Apprezzatissimi anche il vino e, nei Paesi del Nord Europa, la birra, in virtù dei quali i festeggiamenti casalinghi tendevano un po’ a sfuggire di mano. Per incontrare la vera e propria corsa agli acquisti che caratterizza le nostre feste, tuttavia, bisognerà attendere gli anni Cinquanta ed il boom economico successivo alla Seconda guerra mondiale: ecco allora pacchi e pacchetti che si allineano festosi sotto l’albero di Natale o dinanzi al presepe, da scartare la sera della vigilia o il mattino del 25 dicembre. Bene, ora che sapete con chi prendervela, vi salutiamo per correre ad acquistare gli ultimi doni. Tante strenne e tanta fortuna a tutti.

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