
Un Natale romano: Arnolfo di Cambio e il Presepe più antico del mondo
Presepe Roma, Presepe di Roma o Presepe Romano? Innanzitutto cominciamo col dire che la parola presepe deriva dal latino praesepium. Essa è composta da prae, cioè “davanti” e saepire, che vuol dire “chiudere con una siepe”. Il presepe, quindi, è cinto da una siepe, come una stalla o la mangiatoia che in essa trova posto.
Nell’uso comune ha preso ben presto ad indicare la rappresentazione plastica della nascita di Gesù, dovuta alla candida fede di San Francesco di Assisi che, nel 1223, in una grotta situata a Greccio, allestì il primo presepe vivente della storia.
Se parliamo di statuine inanimate, invece, esse furono scolpite tra il 1290 e il 1291, da Arnolfo di Cambio. Di esse, oggi ne sopravvivono solo alcune. Il gruppo marmoreo della natività, è custodito sotto la Cappella Sistina, della Basilica di Santa Maria Maggiore.
Ebbene sì: il primo presepe della storia si trova proprio a Roma. Sempre a Santa Maria Maggiore, è conservato un frammento di un’antica mangiatoia. Secondo la tradizione ritiene essere proprio quella che avrebbe accolto il neonato Gesù.
L’usanza di riprodurre “plasticamente” la natività, si diffuse rapidamente tanto presso chiese e parrocchie, quanto nelle case private, fino al vero e proprio boom degli inizi dell’Ottocento, quando le famiglie aristocratiche più ricche della città, ingaggiarono una vera e propria competizione per la realizzazione del presepe più sfarzoso e scenografico.
Presepe Roma: lo sfarzo e la creatività dei patrizi romani
Frutto della propria creatività (e del proprio denaro), i patrizi romani iniziarono ad aprire i loro presepi, e dunque le loro case, al pubblico. L’ingresso delle abitazioni veniva segnalato con rami frondosi di mortella, che indirizzavano cittadini e turisti verso le “sacre rappresentazioni”.
A partire dall’Ottocento il presepe a Roma prese anche ad incarnare una tipologia ben precisa di diorama. Caratterizzato dalla presenza degli elementi tipici della campagna romana (grotte ricostruite sughero, rovine ed acquedotti di epoca imperiale) e dei suoi abitanti: pastori, contadini e artigiani.
Dagli immediatamente successivi alla Seconda Guerra Mondiale a questa prima tipologia tradizionale, se ne affiancò una seconda, che ambientava la nascita di Gesù nei vicoli della “Roma sparita” e papalina immortalata dagli acquerelli del tedesco Ettore Roesler Franz.
Per chi volesse ammirare con i propri occhi lo sfarzo e l’opulenza dei presepi storici romani, ne segnaliamo due, davvero imperdibili: il primo è quello allestito nella Basilica dei Santi Cosma e Damiano, lungo Via dei Fori Imperiali, mentre il secondo si trova in Via del Mortaro, nella Chiesa di Santa Maria, alle spalle della Galleria Alberto Sordi.
Un’ultima curiosità: nelle parrocchie romane il presepe rimane esposto ben oltre l’Epifania e viene dismesso solamente dopo il 2 Febbraio, Festa della Candelora.
