
San Pietro: la Rosa dei Venti all’interno del colonnato
San Pietro e il suo meraviglioso colonnato: progettato da Gian Lorenzo Bernini per cingere in un abbraccio tutti i fedeli, accoglie entro le sue “ali” una particolarissima rosa dei venti, che funge anche da meridiana. La sua realizzazione, nel 1817, è dovuta all’ingegno e all’ostinazione di un abate astronomo di Tarquinia, Monsignor Filippo Luigi Gilii.
Gilii era veramente un personaggio sui generis: divenuto sacerdote (in seguito ad una delusione sentimentale) era un appassionato cultore dell’ebraico, studioso di astronomia, botanica e meteorologia nonché collezionista seriale di manufatti bizzarri. Arrivato a Roma in giovane età, trascorse tutta la vita all’interno dei Palazzi Vaticani, dove nella Torre dei Venti realizzò un osservatorio astronomico e meteorologico in piena regola.
Nei Giardini Vaticani, inoltre, allestì un orto botanico per coltivare soprattutto piante esotiche, provenienti dalle Americhe.
Come fu realizzata la rosa dei venti di Piazza San Pietro
Gilii fece dotare la Basilica di San Pietro dei primi parafulmini romani, messi in opera nel 1810. Per un tipo così, allestire una Rosa dei Venti/meridiana doveva essere una bazzecola. Lo fece realizzando una fascia circolare di granito rosso attorno all’obelisco centrale, suddivisa in otto settori.
Tali settori corrispondevano agli altrettanti venti (da nord: tramontana, grecale, levante, scirocco, ostro, libeccio, ponente e maestrale). Tutti presentati da lastre di marmo, con incise le personificazioni delle correnti.
Completano l’opera sei dischi di marmo con le indicazioni relative ai segni zodiacali. Questa rosa dei venti, fungeva anche da meridiana, con l’obelisco in veste di gnomone (una sorta di “lancetta” dell’orologio solare).
La meridiana era un invito ideale al tempo della preghiera e della meditazione. Un orologio pubblico, in un’epoca in cui gli orologi erano preziosi macchinari, appannaggio di pochi fortunati, faceva sempre comodo. Anzi, Gilii triplicò il progetto, facendo realizzare altre due meridiane laterali, sostituite poi da altrettanti orologi (denominati “Orologio Oltremontano” e “Orologio Italico“), che sono meno suggestivi, ma hanno il pregio di funzionare anche quando il cielo è nuvoloso.
P.s.: Il riquadro del Libeccio riserva una sorpresa, ma ve la racconteremo la prossima volta….